Storia

Antonio Pozzolini, alias “pozò la truite”, nasce a Milano nel 42′ ed inizia a pescare appena in grado di deambulare, praticando quasi tutte le tecniche sia in acqua dolce che in mare, recandosi nelle vacanze estive presso gli zii a Genova, dove quotidianamente, cattura dosi industriali di bughe che finiscono, in massima parte, in carpione per essere consumate nel freddo e nebbioso inverno milanese. L’evoluzione lo porta a praticare la pesca della trota con tutti i sistemi legali, per approdare, successivamente, alla mosca con la valsesiana e quindi nel ’65 alla pesca con la coda di topo.

1967, fiume Sava Bojniska.
Un giovane e paffuto Pozzolini in fase di cattura di un grosso temolo con una canna in bambù ,”reseghed” (segata in milanese) da 7′ corta e rapida, mentre viene filmato da Carlo Rancati, sotto lo sguardo di un attento Tassalini Ferruccio. Forse il primo reperto storico della tipica pesca “all’italiana” con canne corte e code leggere.

Nel ’66 è tra i fondatori del Fly Angling Club di Milano di cui è stato anche consigliere, portando avanti la divulgazione e l’evoluzione del lancio elaborando canne corte, le “Reseghed”, ottenute tagliando canne di dimensioni maggiori, adattandole a lanciare code leggere che poi in massima parte rifila agli amici, perdendone molti. Nel ’68, disegna, (ovviamente gratis trattandosi di scozzesi) per la Sharpe’s, una serie di canne rapide tra cui una 7′ specifica per l’uso di code leggere . Nel tempo libero lavora nel settore dei trasporti internazionali che gli offrono l’opportunità di avere contatti con il mondo pammisticamente più evoluto ed andando a pescare sempre, dovunque e …COMUNQUE.

Nel ’74 abbandona la metropoli tentacolare, per avvicinarsi alle zone di pesca, trasferendosi armi e bagagli (pacchi di canne) a Brescia dove nel ’91 corona il suo grande sogno, affida la propria azienda di trasporti alla figlia ed inizia a produrre e commercializzare prodotti per la pesca con la mosca, andando a pesca, praticamente ogni giorno, per mettere a punto e testare le attrezzature. Ha catturato ogni sorta di pinnuto in giro per il mondo, sia in acqua dolce che in quella salata, con esclusione, per ora, della pesca tropicale ma rimane, malgrado oltre 50 anni di pratica, entusiasta come il primo giorno ed un assatanato cultore della mosca secca con la quale ha catturato anche numerosi salmoni atlantici. Nel novembre 2010 cede l’80% della Pozo’ l’azienda fondata nel 92, ma dopo poco più di un anno e mezzo, non condividendo la politica commerciale e tecnica del socio, vende la restante quota e fonda una nuova azienda per poter continuare a produrre attrezzature per la pesca a mosca che rispecchino la sua filosofia, ovvero prodotti “senza compromessi”, nati sul fiume, qualche volta poco commerciali ma in linea con il suo approccio tecnico, alcune volte, forse, estremizzandone l’aspetto prestazionale. Pur essendo un fervente moscasecchista non trascura di offrire, con bieco opportunismo, attrezzi studiati al meglio per tutte le tecniche con le esche artificiali e “canna da mosca” quali pesca in mare, pesche a pesci alternativi (è molto amico di Mauro Borselli) nonché per la pesca a ninfa .

Con questa nuova attività spera di poter continuare ad andare a pesca, praticamente sempre, a spese della nuova azienda, magari arrotondando la miserabile pensione elargitagli dallo stato dopo una vita di duro (si fa per dire) lavoro e conta sul fatto che tutti i pescatori a mosca si accapiglino per accaparrarsi i suoi eccellenti prodotti ed evitare, così, di essere costretto ad esibirsi nella veste di prezzolato intrattenitore musicale.